lunedì 22 aprile 2013

Chissà perché il Piddì non ha voluto votare Rodotà

Alla luce dei recenti avvenimenti, mi è senbrato utile al ragionamento ripescare questo vecchio articolo di Rodotà:

"  l' accento non è più posto sul soggetto proprietario, ma sulla funzione che un bene deve svolgere nella società. Partendo da questa premessa, si è data una prima definizione dei beni comuni: sono quelli funzionali all' esercizio di diritti fondamentali e al libero sviluppo della personalità, che devono essere salvaguardati sottraendoli alla logica distruttiva del breve periodo, proiettando la loro tutela nel mondo più lontano, abitato dalle generazioni future. L'aggancio ai diritti fondamentali è essenziale, e ci porta oltre un riferimento generico alla persona. In un bel saggio, Luca Nivarra ha messo in evidenza come la prospettiva dei beni comuni sia quella che consente di contrastare una logica di mercato che vuole "appropriarsi di beni destinati al soddisfacimento di bisogni primarie diffusi, ad una fruizione collettiva". Proprio la dimensione collettiva scardina la dicotomia pubblico-privato, intorno alla quale si è venuta organizzando nella modernità la dimensione proprietaria. Compare una dimensione diversa, che ci porta al di là dell' individualismo proprietarioe della tradizionale gestione pubblica dei beni. Non un' altra forma di proprietà, dunque, ma «l' opposto della proprietà»"

venerdì 19 aprile 2013


Possibile che nessuno abbia niente da ridire su Prodi?
Prodi è il principale artefice delle privatizzazioni così come sono state fatte: i costi a noi e i profittti a lorsignori. Gran parte dell'attuale debito pubblico consiste in quanto ci sono costate ferrovie (soprattutto), Alitalia, eccetera. Con manager che ne sono regolarmente usciti con le tasche piene (Cimoli, ad esempio l'ha girate tutte: Trenitalia, Alitalia, Tirrenia...).
Nel '95, con Berlusconi al governo insieme ai fascisti, abbiamo visto Prodi come una specie di salvagente. Quando venne a parlare a Pisa, io ero tra i molti fuori dal palacongressi, strapieno, a sentire il dibattito dai diffusori. Qualcuno obbiettò: - In Gran Bretagna la privatizzazione delle ferrovie ha portato ad un aumento dei costi per l'utenza e una diminuzione della sicurezza e dell'efficenza del servizio: - E lui: 
- Ma loro le privatizzazioni le hanno fatte male... noi le faremo molto meglio...-
Chiedetelo alle vittime della strage di Viareggio, com'è ora la sicurezza delle ferrovie!
Tragedia ampiamente annunciata anche da un'inchiesta di "Report" a cui seguì una denuncia nei confronti della trasmissione ma nessun provvedimento da parte della politica.
Continuiamo a dar fiducia a quesi mascalzoni!

E il processo "Why not"? Dal quale è stato scagionato dopo che l'indagine è stata bloccata?
Tutta la massa dei tontoloni che siamo l'ha presa per buona, ma nessuno ci ha chiarito come sono andate le cose. 5 miliardi di euro sono spariti per magia, mentre il punto dove l'indagine si è fermata li segnalava in mano a due tecnici di Nomisma (fonte: Ferruccio Pinotti, "Fratelli d'Italia", Rizzoli).
C'entra, Prodi, con Nomisma?

Continuiamo a far finta di niente.