martedì 21 maggio 2013

Ausili didatici o feticismo consumista?

Perché in tempi di magra, dopo aver perso 8 (quasi 9) miliardi di euro, la scuola, secondo una tendenza in corso, dovrebbe fornire ad ogni alunno il tablet della marca più costosa che c'è? Daccordo: funziona meglio degli altri (anche se questo lo dovrebbe decidere una gara d'appalto), ma sono i tablet la cosa di cui oggi ha più bisogno la scuola in Italia? In alcuni indirizzi di scuola, per esempio, è stata tagliata la storia dell'arte, senza essere stata sostituita da niente, semplicemente i ragazzi escono prima. Era meno importante dei tablet?
A me personalmente, che insegno alla secondaria di primo grado, hanno tolto il laboratorio di pittura, il cui valore formativo sarebbe lungo da spiegare in questa sede e in questo paese, i progetti di educazione alla "cittadinanza globale", in cui i ragazzi usavano internet, sia per raccogliere informazioni che per scambiarle con classi di altri paesi del mondo, l'aiuto agli alunni in difficoltà... tutte attività che facevo con passione e per le quali mi aggiornavo costantemente. In cambio mi hanno dato nove classi numerose. Praticamente una catena di montaggio. E' più importante il tablet?
Hanno tagliato pesantemente il sostegno. E' meno importante del tablet?
Personalmente, sospetto che l'entusiasmo con cui vengono descritte le virtù dell'I pad è permeato di vero e proprio feticismo consumista. Può sembrare un giudizio esagerato e se qualcuno si offende, pazienza, ma la diffusione del culto di alcuni marchi aziendali sconfina in modo evidente nel fanatismo ideologico, come si vede nelle scene di assedio, addirittura dalla notte prima, ai negozi quando esce un nuovo modello.
Già negli anni sessanta, i Situazionisti (Debord, Vaneigem, ecc...) parlavano di
colonizzazione per definire il modo in cui il Capitale (sto usando la loro terminologia), attraverso tutti i mezzi di comunicazione, condiziona la mente degli individui sostituendo la vita con lo spettacolo.
Da allora, la colonizzazione, che prima poteva sembrare un fenomeno quasi automatico o spontaneo, è entrata nelle tecniche di marketing. Uso il termine "colonizzazione", perché si parla di vere e proprie tecniche di condizionamento che, travalicando il mezzo pubblicitario, non sono più riconosciute come tali. Anzi: non solo passano da veicoli non deputati alla pubblicità come articoli, servizi giornalistici, libri pseudo-filosofici... ma, con la diffusione dei social networks, sono veicolati direttamente dagli utenti e dalla gente comune. Ognuno pensa di esprimere semplicemente la propria opinione, invece diffonde un pensiero elaborato in un altro tempo e un altro luogo (1).
Certo... è difficile ammettere di non avere sufficienti capacità critiche e mi rendo conto che posso essere giudicato tra l'arrogante e il paranoico.
Ci sono segnali che dovrebbero, comunque, farci drizzare le antenne. Il primo è quando troppi dicono le stesse cose senza essere capaci di motivarle razionalmente. Un altro, più generale, è che si tratta di un'azienda. Non siamo per il bene comune? Non preferivamo i programmi liberi o open source invece di quelli proprietari? Poi è un'azienda multinazionale, multimiliardaria e leader nel suo campo. Non si arriva a qul punto, con quelle che chiamano "le regole del mercato", perseguendo degli ideali. Infatti, vogliamo parlare dei peccatucci della Apple? Come i suicidi di operai alla Foxconn, fabbriche-lager cinesi di I pad e I phone dove un pezzo esce a 3 dollari e ne rende 800 di profitti.
Qualcuno dirà anche: <<chi se ne frega>>, ma poi non si definisca un educatore (mi sto rivolgendo alle/gl'insegnanti). Oppure: <<lo fanno tutti>>, ma le altre marche non producono particolari aspettative, sono qualsiasi, non vengono idealizzate come la Apple. E in ogni caso, non si tratta di organizzare per forza un boicottaggio, anche se non sarebbe una cattiva idea, ma, semplicemente, di esercitare le facoltà critiche e di giudizio e forse, e dico forse, si vedrà che un tablet è solo un oggetto e, in quanto tale, utile ma non indispensabile.

(1): sull'uso del termine "colonialismo" a proposito dell'introduzione degli strumenti digitali a scuola vedi anche Al Salone di Torino, il dibattito cartaceo-digitale e gli effetti sulle capacità cognitive dei ragazzi. Un opinione più tranchant della mia -non sono daccordo su tutto- ma mi sembra interessante.

1 commento:

  1. letto e approvato: concordo su tutto

    Saluti dall'Isola

    ...

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